Orfeo ed Euridice - 2004 (cm 150x150)
COME LA NEVE IN VIA DEL CARMELINO
Se nell’entrare nello studio di Flavia si può dire: è un’officina, è un magazzino, è una fucina, è un
crogiuolo, è un laboratorio del pane, è una camera dei salami, non c’è alcuna volontà di sottovalutare il suo lavoro. Queste definizioni solo apparentemente non sono calzanti, certo non corrispondono al luogo nel quale un altro tipo di artista genera le sue opere “creature” e le porge al visitatore con la presunzione di un demiurgo, al contrario, ciascuna similitudine a luoghi di lavoro o di conservazione sottolineano, volta a volta, una specifica modalità di Flavia di accostare l’atto creativo. È la modestia, prima di tutte, di chi sa di poter raggiungere il proprio scopo solo partendo dall’operare, dall’imparare continuo e dal “fare”. Ottenere il nuovo attraverso il raccogliere, il confrontare, il trasformare materie e forme.
Cose appese, appoggiate, accumulate, accostate, prove si sommano a prove. I tentativi a volte attendono nell’ombra e nella polvere. Ceppi di legno presentano sbozzate sembianze in attesa, a lungo, del momento di venire alla luce, nella metamorfosi faticosa che le farà uscire dal bozzolo duro di legno.
crogiuolo, è un laboratorio del pane, è una camera dei salami, non c’è alcuna volontà di sottovalutare il suo lavoro. Queste definizioni solo apparentemente non sono calzanti, certo non corrispondono al luogo nel quale un altro tipo di artista genera le sue opere “creature” e le porge al visitatore con la presunzione di un demiurgo, al contrario, ciascuna similitudine a luoghi di lavoro o di conservazione sottolineano, volta a volta, una specifica modalità di Flavia di accostare l’atto creativo. È la modestia, prima di tutte, di chi sa di poter raggiungere il proprio scopo solo partendo dall’operare, dall’imparare continuo e dal “fare”. Ottenere il nuovo attraverso il raccogliere, il confrontare, il trasformare materie e forme.
Cose appese, appoggiate, accumulate, accostate, prove si sommano a prove. I tentativi a volte attendono nell’ombra e nella polvere. Ceppi di legno presentano sbozzate sembianze in attesa, a lungo, del momento di venire alla luce, nella metamorfosi faticosa che le farà uscire dal bozzolo duro di legno.
Lucia Boni - 2012
Sculture in legno di tiglio
Le sue statue, essenziali e sognanti, quasi sempre di ispirazione onirica o mitologica, rappresentano spesso figure femminili,dee alate e lune che si librano nello spazio....
Margherita Rovina
La nuova Ferrara - 1991
Iride -1986
Scultura in legno di cirmolo dipinta e stoffa
(cm. 200x150)